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ARCHITETTURA


 

Elemento centrale dell'architettura egizia è l'edilizia funeraria.

Le prime sepolture importanti ricorrevano alle mastabe, terrazzamenti quadrati con fianchi a scarpata, in terrapieno o mattoni crudi, di riparo ad un vano di tipo abitativo, sovrastante ad un sacello interrato con il tesoro, le cibarie e il corpo mummificato del defunto.

Nel terzo millennio la mastaba, moltiplicando i piani sovrapposti e rientranti si conforma a piramide. A Saqqara la monumentale tomba di Zoser (alta 60 m) è attorniata da mastabe e piramidi minori che definiscono un percorso rituale per segnare le tappe della vita del defunto ed il suo passaggio all'oltretomba.

Le piramidi di Zoser a Saqqara sono scavate nella roccia, sagomando un colle ed ottenendo l’effetto di un costruito dal basso verso l’alto.

A Giza viene elevata per Cheope la prima piramide a facce lisce, alta 146 m e con lato di base  di m. 230, occupa una superficie di mq 53.000 e sviluppa un volume di mc 2.600.000.

Nel secondo millennio si passò a piramidi costruttivamente più raffinate ma dalle dimensioni più ridotte.

Nel primo millennio alle piramidi si preferì la più agile costruzione delle tombe rupestri come quelle nella Valle dei dei Re a Tutmosi e a Seti.

La semplicità di disegno del solido prescelto, la piramide retta a base quadrata, è congrua alla linearità del paesaggio che l'accoglie. Il significato simbolico della piramide come fiamma (in greco pir significa fuoco) calza con la sua funzione di rito o fase di immolazione, confermato dal significato dei triangoli delle sue facce, simboli delle montagne e dell'ascesa al cielo. Il significato dell'altra radice di etimo greco piros, grano, può riferirsi alla forma assunta dai mucchi di grano. Ancora nel medioevo molti studiosi pensavano che le piramidi fossero granai.

Il colore della pietra calcarea e del granito locali che rivestono la piramide, nonché la forma di insieme, ripetono colori e forme della piana circostante ricoperta da sabbia e modellata da morbide dune.

La forma della piramide che echeggia e stilizza l'andamento delle dune, la rende mimetica, come presenza garbata, in certa misura impercettibile, come una eleganza sobria che passa inosservata. La dimensione delle piramidi, oggettivamente ciclopica (di là viene il significato di grandioso dato all'aggettivo “faraonico”), assume nella realtà una dimensione relativamente ridotta se rapportata agli spazi sconfinati che la accolgono. Essa non nasceva mai per essere praticata o vista da vicino (se non dai sacerdoti) ma al più per essere percepita da lontano da postumi cortei cultuali o carovanieri interessati all'area di Saqqara o di Menfi.

 

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