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TOTILA

(?-552)


Re degli Ostrogoti, detto "l'immortale”.

Regnava nell'area alpina italiana. In breve conquistò l'Italia intera.

Aveva alle spalle le imprese dei suoi "maestri" Alarico (370-410) e Attila (406-453). Riprese la loro opera di saccheggi e ricatti, forse elargendo reali o apparenti occasionali clemenze come affinamento strategico nella persuasione degli assediati.

Come i suoi predecessori maledetti anche Totila distruggeva per saccheggiare e abbandonare o al più per consegnare le città ai conquistatori dai quali era prezzolato  come mercenario.

Si dice che solesse demolire le mura delle città conquistate per lasciarle esposte a successivi attacchi. Certamente non mirava al recupero del materiale edilizio giacché non ricostruiva nulla. Forse gli storici scrivendo di demolizioni delle mura intendevano l'abbattimento delle porte d'ingresso; questo appare sufficiente e funzionale all'assalto in massa delle orde barbariche.

Le città da lui certamente distrutte erano tutte fiorenti città romane (Spoleto, Alatri, Roma, Tivoli, Cuma, Benevento), dotate di mura massicce in solido pietrame, non città protette da fragili palizzate in legno né da altre strutture precarie o incendiabili.

Quando non era al loro servizio ebbe contro come principali nemici gli Eserciti bizantini di Belisario e di Narsete mandati da Giustiniano.

Saccheggiò tre volte Roma.
 
Fu ferito e condotto a morte da Narsete a Gualdo Tadino (Perugia). Dissepolto dai Bizantini per accertarne il riconoscimento, si persero le tracce della sua sepoltura.

Nel cantinato di un casolare di Gualdo Tadino ci sono vestigia di antiche tombe che rinviano all'ipotesi di un preesistito Mausoleo di Totila.

A Matelica (Macerata) è stata rinvenuta una tomba contenente armature, una spada e un anello d'oro, appartenute a Totila o ad un capo del suo rango.

Le invasioni barbariche di Totila erano state meno grandiose ma incisero a morte nell'area mediterranea già in crisi politica ed economica e segnarono il crollo definitivo dell'Impero Romano d'Occidente avviato dal Sacco di Roma di Alarico (410).

Si entrò nel Medioevo, l'epoca del trionfo dell'ignoranza e della superstizione, con decadenza del gusto e delle arti ma anche con la definizione delle nuove identità delle moderne  Nazioni europee e la nascita della spiritualità cristiana e la formazione di un nuovo libero pensiero.


 

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