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18 visitatori online“ISOLA DEI MORTI” di Böcklin (1880)
Qui la morte si è già consumata. Una bara è trasportata sulla barca guidata da una figura in bianco, forse Caronte, forse l'anima del defunto stesso. L'atmosfera è ferma e senza tempo, fuori dallo spazio, almeno da quello dei vivi. Il mare nerastro toglie vitalità anche all'acqua. Un isolotto cupo accoglie i defunti nella quiete dei cipressi racchiusi tra gelide rocce inospitali. Alcuni portali sepolcrali (diversamente interpretati nelle cinque versioni del dipinto), introducono alla dimora finale sancendo l'imperturbabilità o l’impenetrabilità del luogo. L’insieme propone un oltretomba arcaico, senza premi d’empireo né dannazioni infernali, senza speranze né rimpianti né ricordi: è la quiete eterna. |
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