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BIMBI MAI NATI


I bambini mai nati sono bambini? Forse sono bambini mancati. Sono solo una promessa o sogno di vita.

Talvolta sono un incidente o una condanna. Sempre sono il pianto della natura che non si rinnova, proprio quando essa era sul punto di premiare miliardi di anni di evoluzione. In questi termini un bimbo mai nato colpisce la sensibilità dell’umanità tutta.

Un bimbo mai nato è già un essere umano? Non è pensante ma è già partecipe materiale e morale di altre esistenze, quella materna in primo luogo. Il germoglio di vita nel ventre materno al momento del suo concepimento è più di ‘una goccia di vita scappata dal nulla’ (nell’affermazione poetica di Oriana Fallaci in “Lettera a un bambino mai nato”), è una esistenza pulsante, almeno passiva e vegetale che di giorno in giorno acquisisce i caratteri della piena maturità umana.

L’interruzione di gravidanza, quali che siano le cause, discende sempre solo dagli altri mai dal feto stesso. Questo va visto sempre soltanto come vittima o due volte vittima perché la sorte che gli ha tolto la vita lo ha privato anche della possibilità di vedere i colpevoli: a sua insaputa è stato ucciso alle spalle. Alla madre più amorosa e responsabile si può riconoscere la commiserazione e il perdono in quanto inconsapevole ma pur sempre colpevole veicolo di tortura.

La madre del feto non giunto a fioritura è la seconda vittima nella scala delle responsabilità ma al primo posto in quella della sofferenza. La creatura persa non era un altro esserino ma un tutt’uno col suo corpo e la sua anima: era ancora se stessa. Ella paga un dolore fisico terribile congiunto alla consapevolezza della perdita psichica e morale. La creatura che aveva in seno era una sua creazione sia materiale sia spirituale, la proiezione dei suoi sogni, una manifestazione  d’amore per la vita, una speranza di scambio dei sentimenti più puri, un modo per prolungare la propria esistenza verso un futuro ripetibile fino all’eternità, con sensazione di immortalità.

Il dolore per un bimbo mai nato, per interruzione di gravidanza, colpisce anche altre persone già affettivamente legate alla madre e che avrebbero amato il possibile bimbo, con le ansie e la fiducia che si ripone nei nascituri. Identicamente per queste persone la Natura appare tradita e traditrice.

Il costume sociale suole relegare le spoglie di quegli esserini in piccole nicchie secondarie o in olle minori. Quasi mai a tali corpicini viene riconosciuta dignità di autentica convenzionale sepoltura.

Tra le eccezioni di rilievo si riscontra la Necropoli di Lugnano (Terni) che conserva un ragguardevole numero di sepolture relative a feti abortivi. Esse risalgono ad epoca cristiana (V secolo) eppure non mostrano alcun segno religioso, tanto da non informarci se provenissero da improvvisi accidenti pestilenziali o da pratiche stregonesche o cultuali di derivazione celtica.

Restato aperto l’interrogativo se i bimbi mai nati siano da considerarsi esseri umani, si può proporre che almeno nel dubbio vada loro riconosciuta la dignità di sfortunate Creature della Natura o,  per dirla con i Greci antichi, che  siamo al cospetto di creature privilegiate perché care agli Dèi; questi infatti chiamavano a  sé, tra i prediletti, i belli e i puri, come possono essere in sommo grado i virgulti nascenti.

L’eventuale costruzione, materiale o virtuale, di una tomba dedicata ai bimbi mai nati sopperirebbe alle omissioni operate dalle pratiche convenzionali, riconoscendo ai nascituri e ai loro cari il diritto al ricordo più esplicito come ottenuto dai più fortunati che sono arrivati alla vita.

Una tomba per i ‘bambini mai nati’, non necessariamente un Monumento, darebbe conforto ai genitori che li hanno perduti e, come per tutte le sepolture segnate visivamente da una presenza architettonica, si aggiungerebbe quale occasione di riflessione sulla precarietà della vita che si può manifestare ancor prima del suo sorgere.

In quanto simbolica, tale tomba può essere costruita in qualunque città,  in primis a Lugnano Teverina (Terni) che per prima si è posto il problema e però non lo ha risolto appieno perché non ha dato riconoscibilità a quelle sue sepolture.

Il nostro sito www.anima-morte-eternita.com sta studiando la costruzione di una tomba virtuale che sarà ospitata nel proprio Paradiso Virtuale.

Quando gli domandarono perché mai non avesse voluto figli, Talete rispose: “Per amor loro”.


 

 

 

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