Chi è online
17 visitatori onlineVIRGILIO - (80 -19 a.C.)
|
Napoli ha avuto in San Gennaro un protettore amato affidabile collaudato potente, altri portabandiera amati e popolari in Pulcinella, Franceschiello, Totò e Maradona; meno è riconosciuto l'altro principe protettore potente che fu Virgilio. Il sommo poeta aveva convinto l'amico imperatore Augusto a dotare Napoli dell’Acquedotto proveniente dall’Avellinese, di una serie di nuove arterie stradali e del traforo della collina di Fuorigrotta, a sistemare una rete di pozzi per l'approvvigionamento idrico e alla creazione di nuovi impianti termali in città e in provincia. Virgilio era nativo di Mantova ma aveva amato trasferirsi a Napoli non ancora trentenne. Ne venne ripagato anche perché lì trovò l'ispirazione per le sue maggiori opere: le Bucoliche, le Georgiche e l'Eneide, per le quali divenne il maggior poeta di Roma e dell'Impero. Questi lavori letterari, soprattutto l'ultimo, gli avevano guadagnato il titolo dell'Omero della latinità; Roma veniva accreditata di natali eroici, Augusto veniva magnificato come discendente divino. Tormentato dalle continue guerre civili che ora premiavano ora punivano i suoi amici, trovò costante riparo nelle frequentazioni di Mecenate, di Epicuro e di Orazio. Dai dotti era considerato un sapiente, dal popolo era visto come un mago per la sua dedizione alla metafisica. Virgilio stesso aveva dettato le forme e le proporzioni pitagoriche della sua tomba, sulla collina di Posillipo (Napoli), alimentando insospettate superstizioni sulla leggenda che le spoglie fossero sicura salvaguardia da invasioni e calamità per l'intera città. I suoi studi risultarono graditi, nel tempo, anche alla Chiesa che ne vedeva interpretazioni cristiane e ne tramandò l'ammirazione. Dante lo riconobbe proprio padre spirituale e artistico e lo nominò vate e guida incorporea nella Divina Commedia. |
Tomba di Virgilio a Napoli |
< Prec. | Succ. > |
---|