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GUERRE


Ci sono guai che dobbiamo subire, come i terremoti, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, le siccità, le carestie e altri accidenti, e ci sono guai che ci andiamo a cercare, le guerre.

I primi sono imputabili (quasi) solo alla Natura, i secondi nascono dalla natura umana.

Da sempre la storia degli uomini è stata insanguinata da  guerre per conflitti di interesse, soprattutto per la conquista di territori. Le prime guerre permettevano la sopravvivenza, quella dei vincitori; altre guerre prefiguravano maggiore agiatezza, goduta dai vincitori e promessa ai soccombenti. Talvolta c’era la minaccia o l’attuazione della distruzione degli oppositori sconfitti.

Poiché i libri di storia venivano scritti dai vincitori si tacevano le efferatezze, le sopraffazioni, le menzogne, le promesse disattese.

Alle guerre di conquista dei territori sono succedute o si sono affiancate quelle di conquista del potere, che vanno dalle personali o di casta a quelle ideologiche o di religione, a quelle commerciali o culturali.

Spesso gli aggressori si sono camuffati da difensori.

È ottimistica, opinabile e difficilmente dimostrabile ma sostenibile, l’affermazione che gli scempi del passato siano serviti a contenere la portata di qualche guerra o ad evitarne altre. Sta di fatto che i maggiori conflitti consumati nell’ultimo secolo siano stati i più distruttivi e disumani, peggio che bestiali o subumani.

Le ultime guerre hanno avuto l’aggravante del ricorso ad armi  e mezzi di comunicazione e di trasporto moderni  che hanno ingigantito le proporzioni dei disastri.

La Prima Guerra Mondiale (1914-1918) coinvolse da una parte la Germania, l’Impero Austro-ungarico, l’Impero Ottomano e la Bulgaria, dall’altra la Francia, la Gran Bretagna, l’Impero Russo e l’Italia, supportati da altre Nazioni guidate dagli USA. Si concluse con la scomparsa degli Imperi. Mobilitò 70 milioni di uomini e costò 13 milioni di vite.

La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) chiamò in causa i 5 Continenti. Si concluse con le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki. Costò 60 milioni di morti. Il mondo ne uscì con la contrapposizione delle due superpotenze USA-URSS.

La  Guerra del Vietnam (1950-1975) fu circoscritta al territorio vietnamita meridionale, al Laos e alla Cambogia, ma vide la partecipazione diretta degli USA con contingenti di altri 5 Paesi, contro il Vietnam del Nord, appoggiato militarmente e diplomaticamente da URSS e Cina. Si concluse con la caduta di Saigon e la sconfitta americana e la riunificazione politica del territorio vietnamita dotto la dirigenza comunista di Hanoi. Si stimarono 1 milione e mezzo di morti e altrettanti feriti.

Nel dolore e nella dignità umana si possono accomunare come vittime tutti i caduti militari e civili prescindendo dagli schieramenti nazionalistici o politici, obbligati all’azione. Dall’altra parte si possono accomunare come carnefici tutti i Capi di Governo che hanno imposto la guerra.

Si è calcolato il numero di morti in guerra: 4 milioni fino al XV secolo; 2 milioni nel XVI; 6 milioni nel XVII; 7 milioni nel XVIII; 19 milioni nel XIX; 110 milioni nel XX secolo. Proseguendo sulla falsariga di tanta dissennatezza, nel prossimo secolo saranno sopravvissute poche persone in grado di redigere nuove statistiche. Fra due secoli nessuno! 


 

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