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CIMITERI


Roma Antica introdusse i moderni criteri che imponevano le sepolture fuori della cinta urbana.

Per questo le strade consolari erano affiancate da sequenze di tombe come vediamo ancora oggi lungo la Via Appia.

Le tombe erano anche ostentazione di ricchezza e di riuscita sociale. In epoca monarchica le tombe si adornavano  di ricercatezze architettoniche e arredative esterne da esibire alla cittadinanza; in epoca imperiale le sontuosità erano riservate ai loro interni destinati ai familiari.

Con il Cristianesimo sorsero le Catacombe, luoghi di sepoltura sotterranei, anche cittadini, poveri e democratici,  costruiti in prossimità delle tombe dei Martiri o dei siti del loro martirio. In tal modo nasceva non solo la nuova tipologia architettonica bensì la diversa concezione della morte prima allontanata dalla vita quotidiana ora portata nel vivo dell’aggregato urbano. Costantino avviò la pratica delle sepolture nelle cripte delle chiese o negli intorni delle stesse, come poi praticato di consuetudine nei Monasteri e nelle Abazie.

Nel Medio Evo le chiese accolsero le sepolture al loro interno o nelle immediate adiacenze. I Santi venivano tumulati sotto gli altari, i Re potevano costruirsi la tomba in luogo di un altare minore od in loro prossimità, i ricchi ottenevano sepoltura sotto i pavimenti interni; altri erano ospitati nelle Cappelle, nei Vestiboli, nei Chiostri, nei cortili; i comuni cittadini erano inumati nelle aree consacrate e recintate circostanti, con lapide individuale; i più poveri erano seppelliti in fosse comuni a ridosso delle mura che sorreggevano le iscrizioni anagrafiche.

Il proliferare delle fosse comuni divenne una piaga sociale: ciascuna fossa conteneva centinaia di cadaveri ammassati senza precauzioni sanitarie divenendo veicolo di infezioni fino alla peste e al colera.

Nel 1763 la Città di Parigi vieta le sepolture nelle chiese e nei centri abitati ed impone la costruzione di veri Cimiteri lontano dalle aree urbane.

L’Editto di Saint Cloud emanato da Napoleone nel 1804 estendeva all’Italia analoghe prescrizioni. Vi si affermava anche un principio di eguaglianza sociale (tra l’altro proibendo le lapidi individuali sulle singole tombe a favore di generiche iscrizioni collettive sui muri di cinta) ed una occasione di indipendenza dalla Chiesa (cui si sottraeva la gestione del sentimento della morte).

Per le sepolture comuni altri Paesi continuarono a prediligere i terreni sacri annessi alle chiese. Si protrasse la tradizione inglese della costruzione di giardini-cimiteri, autentici parchi urbani nel vivo delle città.

All’interno dei Cimiteri, soprattutto quelli italiani e latini, trovano posto con semplici sistemazioni urbanistiche, una Chiesa centrale, i servizi tecnici, una serie di cappelle private, edicole, colombari e singole tumulazioni private. L’edilizia funeraria riflette i gusti dell’epoca e del luogo e ripete, per ricchezza e  ricercatezza,  le stratificazioni sociali. Alcuni Cimiteri accolgono anche Sacrari, Ossari e Famedi.

Nei Cimiteri Militari predomina l’uniformità e l’umiltà tipologica che sottolinea la muta partecipazione al sacrificio nell’uguaglianza. Il complesso di innumerevoli cippi o croci o targhe sempre disegna trame geometriche con diretto legame coreografico e con rinvio visivo a pochi sobri simboli di fratellanza, spesso fusi con i circostanti ambienti paesaggistici.


 

 

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