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CECILIA METELLA


Situato al terzo miglio dell’Appia antica, il mausoleo di Cecilia Metella risale al I secolo a.C. ed è dedicato alla figlia di quel Crasso che aveva costituito il triumvirato con Cesare e Pompeo, famoso per aver soffocato la rivolta di Spartaco.

Si costituisce di un tamburo di 30 metri di diametro e 39 metri di altezza. E’ rivestito di travertino. La camera funeraria,  a pianta circolare con diametro di metri 6,50, ha la volta conica terminante con un lucernario (oculus). Sull’alto dell’esterno corre un fregio con festoni floreali alternati a bucrani (crani di bue), sobria allegoria dell’alternarsi dell’opulenza e caducità della vita con la scarna durezza della morte. Lo spessore delle mura di circa metri 12 era ottenuto con blocchi di travertino e conglomerato cementizio, tanto solido da poter reggere la copertura sormontata da uno strato di terreno vegetale forse per ricordare i tumuli etruschi.

La ponderosità delle murature suggerì nel Medioevo la trasformazione in torrione di guardia militarmente inespugnabile (come avvenuto pure per il Mausoleo di Adriano oggi Castel Sant’Angelo). Nella stessa epoca e per la stessa ragione vennero costruite le merlature sommitali e la sopraelevazione della famiglia Caetani.

Le murature erano tanto massicce per renderle improfanabili come tombe e probabilmente per sostenere l’enorme sovraccarico del terreno vegetale ancor più gravato da una piccola selva di alberature varie.



 

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