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LA PROCREAZIONE


Dal punto di vista umano la riproduzione è il primo miracolo della natura. Non trattandosi di replica meccanica ed identica è preferibile chiamarla procreazione, sia pure alludendo con fierezza ad una ripetizione della creazione.

Un miracolo nel miracolo sta nel fatto che ad ogni riproduzione si ottiene non una ripetizione identica della prima creazione bensì un miglioramento genetico. Di generazione in generazione il patrimonio trasmesso si arricchisce di nuovi apprendimenti che portano alla selezione verso organismi più evoluti, più adatti ad affrontare le insidie dell’ambiente e via via sempre più intelligenti e diretti verso la spiritualità. Questo è affermabile visto che ai primordi la Terra era composta di sola energia e materia e col tempo è andata evolvendosi, attraverso l’uomo, aggiungendo le attuali connotazioni spirituali.

L’uomo sarà pure soltanto un veicolo passivo, in quanto involontario, di tanta evoluzione ma ne resta il primo beneficiario per sé e per i discendenti.

Lo stimolo dato dalla natura alla riproduzione, in forma tanto radicata da risultare un istinto, arricchisce gli esseri viventi e pensanti divenuti coscienti di siffatta potenza creativa.

In tale stimolo primario qualcuno vede la mano di Dio, altri vedono il casuale attecchire di una condizione tra tante altre prodottesi spontaneamente in natura, che era l’unica condizione che permettesse la perpetuazione delle generazioni, mentre altre condizioni senza riproducibilità hanno condotto a diverse forme di vita temporanee e quindi scomparse.                                   

Il cosiddetto  ricambio generazionale riguarda il passaggio dei poteri all’interno ed all’ incrociarsi anche conflittuale di generazioni a monte delle quali si distingue la trasmissione delle informazioni sempre diverse da una generazione alla successiva.

In batteri, piante e animali inferiori, si ottiene la riproduzione asessuata ossia senza fenomeni sessuali, che portano alla ripetizione identica degli organismi generatori quindi con la permanenza del corredo cromosomico. I nuovi organismi potranno differenziarsi solo a seguito di influenze esterne successive al concepimento.

Negli organismi pluricellulari più complessi, come gli animali superiori e l’uomo, si ha la fusione di due nuclei diversi in un unico nuovo genoma che distingue l’organismo figlio dai due organismi generatori; ad ogni concepimento corrisponde una variabilità genetica.

Se all’interno di una specie i nuovi nati fossero meno numerosi degli individui generatori, quella specie andrebbe incontro all’estinzione, come sarà accaduto nel corso della vita sulla Terra. L’equilibrio tra numero di genitori e di figli esporrebbe la sopravvivenza della specie alle accidentalità casuali e nel tempo la avvierebbe identicamente all’estinzione. L’eccedenza di nuovi nati rispetto al numero dei genitori garantisce la certezza o la maggiore probabilità di sopravvivenza della specie. Questo conduce alla moltiplicazione degli individui ed al possibile sovraffollamento del pianeta. In modo attivo o passivo gli organismi viventi in soprannumero rispetto alle risorse naturali e rispetto agli equilibri dell’eco-sistema entrano in conflitto e subiscono una selezione.


 

 

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