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I MIRACOLI


È certo che i miracoli esistono, salvo chiarire quali miracoli.

"Ci illudiamo di ottenere un miracolo a Lourdes, benché in centocinquant'anni la Madonna ne abbia ufficialmente concessi solo sessantacinque, a cento milioni di pellegrini. Una media, inferiore a uno su un milione, di gran lunga più bassa della percentuale delle remissioni spontanee dei tumori, che è dell'ordine di uno su diecimila. Senza contare che, come osservava Émile Zola, fra gli ex voto si vedono molte stampelle ma nessuna gamba di legno" (da C'era una volta un paradosso, di Piergiorgio Odifreddi, Einaudi 2003).

Tradotte in linguaggio esplicito le parole di Odifreddi e di Zola significano che i miracoli di Lourdes sono la dimostrazione storica che i miracoli non esistono?

La Chiesa, come i credenti sostenitori dell’origine divina dei miracoli, pur esitando a riconoscere come credibili solo pochi casi tra i tanti segnalati, forse commette l’errore di dare (in modo esplicito o velato) crisma di origine divina a quegli avvenimenti.

I detrattori, non credenti o materialisti, forse commettono l’errore di prendere a riferimento solo i pochi casi (67) di miracoli “accertati” mentre dovrebbero calcolare le statistiche riferendosi alle migliaia di “miracoli” annualmente annunciati.

Gli uni e gli altri dimenticano gli effetti vitali della psiche umana.

In alcune persone più che in altre, ma in tutte, è facile riscontrare la stretta interdipendenza tra lo stato fisico e lo stato psichico: un tormento psichico comporta un malanno fisico e viceversa, un benessere psichico porta al benessere fisico e viceversa.

L’individuo inesperto, spesso a sua insaputa, gode o patisce l’effetto di correlazione dei processi psico-fisici. Abili guaritori, all’occasione, sanno mirare alle opportune soluzioni. Numerose dottrine comportamentali, sia religiose sia filosofiche sia scientifiche, raccomandano l’equilibrio psichico proprio in funzione (anche o soltanto) del benessere fisico.

Sia i miracoli accreditati a poteri ultraterreni  sia quelli accreditati  a circostanze casuali, attuano eventi  altamente improbabili  ma comunque possibili.

Si possono distinguere miracoli relativi, o soggettivi o apparenti, e miracoli assoluti. I miracoli relativi non sono miracoli. Di miracoli assoluti non ne conosciamo ancora nessuno.

Vincere a una lotteria è un miracolo soggettivo per qualcuno ma oggettivamente non lo è per nessuno perché qualcuno doveva pur vincere, salvo che vinca chi non aveva neppure comprato il biglietto, in tal caso non si tratterebbe ancora di miracolo ma di evento solo più improbabile.

Riacquistare la vista o l’udito o la parola od altro bene perso non è necessariamente un miracolo ma soltanto una rarissima eventualità. Sarebbe autentico miracolo veder rinascere un arto divorato da uno squalo o rispuntare l’orecchio bruciato nel rogo o veder spuntare le ali a un asino.

Particolari condizioni psichiche possono debilitare o possono moltiplicare le energie: uno stato di pericolo estremo spinge anche alla vigliaccheria o all’eroismo. È più frequente di quanto sembri che le speciali condizioni psichiche si ottengano nelle calamità, nella malattia, nell’idealismo, nella suggestione. La credenza della presenza di Esseri  dotati di poteri superiori è di per sé condizione sufficiente a creare suggestione; se a questa si uniscono stati di alterazioni psichiche od emotive e di estremo bisogno, si perviene a sconvolgimenti turbativi che possono incidere psicosomaticamente sull’organismo.

Così come esistono i ‘miracoli curativi’, ossia positivi o migliorativi di uno stato di malessere, così pure esistono i ‘miracoli all’incontrario’, ossia fenomeni alterativi di uno stato di normalità che conducono a malattie ingiustificate e misteriose. Di questi ultimi si parla poco e ancor meno li si fanno discendere dal diavolo!

Tutt’oggi taluni Pentecostali americani dichiarano ‘miracolose’ guarigioni di gruppo con ricorso all’invocazione delle preghiere e a spettacolari rituali di propiziazione corale. Sussistono pesanti dubbi e critiche sui fini di lucro ma resta significativa la credulità nel fenomeno e la diffusa aspettativa del soprannaturale.

I semplici credono nell’impossibile. Gli atei faticano a credere negli effetti positivi della credulità.


 

 

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