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23 visitatori onlineLA NATURA
In tutte le interpretazioni culturali la natura è intesa come modello e guida della vita, salvo essere vista da alcuni come casuale e armonica sommatoria di regole sistematiche e da altri come supremo Ente pensante, generatore dell’ordine universale, dotato di coscienza e di volontà creativa. Per gli animisti non solo nel suo insieme ma anche in ogni sua componente o manifestazione, la Natura è dotata di capacità pensanti, disciplinatrici e giudicatrici. Per la Scienza la natura segue condizionamenti regolari, privi di finalità e del tutto involontari.
COME SI SPIEGA L’ANIMISMO? L’ignoto e il vitalismo della natura erano attrattive temute e rispettate. L’ignoto nascondeva sorprese con timore di errori umani e di possibili ritorsioni superiori; il vitalismo degli animali e delle forze della natura, la loro armonia e la loro muta abilità, facevano intravedere elementi di supremazia sull’uomo. La Natura era vista da alcuni come astratto, da altri come personificazione. L’astratto indicava lo Spirito vivificatore, guida, giudice, anima del mondo. La personificazione assegnava al creato figurazioni varie o animali, o la parvenza umana sufficiente ad esprimere una forma di rispetto e a stabilire una possibilità di intesa. Nelle epoche in cui erano più frequenti e diretti i rapporti dell’uomo con la natura, si moltiplicavano anche nel quotidiano le occasioni di confronto o di conflitto con la natura. Il rispetto della natura, amica o nemica che fosse, conduceva alla convenienza dell’alleanza con la natura nel suo complesso o nelle sue singole manifestazioni. È significativo che ancora nei tempi di massima estensione della cultura, come quella greca e romana, le relative mitologie assegnassero una divinità a ciascun evento naturale: si onoravano tanto le concretezze del vivere comune o privato, come la nascita e la morte e tutte le fasi intermedie della crescita e della fertilità e della malattia, la pace, la guerra, le organizzazioni sociali, quanto tutti gli astratti come le arti, i sogni, la giustizia e tutte rappresentazioni allegoriche dell’astratto, giungendo a dedicare una divinità perfino all’ignoto inteso come possibile dio sconosciuto eventualmente trascurato.
COME SI SPIEGA IL CASUALISMO? La Scienza dimostra che gli eventi naturali discendono non dalla volontà di qualcuno ma dagli involontari equilibri dettati dall’interazione tra gli esseri viventi come tra sostanze inanimate. Per casualismo non si intende disordine o mero capriccio del caso bensì occasionale incontro di circostanze non deliberate eppure discendenti da regolarità di comportamento. Il mare è in tempesta non perché lo voglia il capriccio del Dio Poseidone ma perché agiscono i venti provocati dal salto termico dell’aria soprastante e non per il capriccio del Dio Eolo. L’ondata improvvisa, non il Dio nemico, ha rovesciato la barca del pescatore. Una nave in transito, non mandata dalla Dea benevola ma in regolare rotta commerciale, ha soccorso il naufrago. L’Ospedale che lo accoglie non dispone al momento dell’attrezzatura necessaria, per errore amministrativo non per la vendetta di Giove. Il ferito muore perché vittima di circostanze umane negative non perché era nato sotto una cattiva Stella!
PUNTI D’INCONTRO TRA ANIMISMO E CASUALISMO
Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma.
È comprovato, però il creato esiste quindi almeno una volta c’è stata la creazione; nulla si distrugge però esiste la morte; tutto si trasforma ma non è detto se le regole della trasformazione sono frutto del caso o della natura intima delle sostanze o di un Programma.
La Scienza ci conferma che caldo e freddo stando a contatto diretto o indiretto tendono a uniformare le temperature, che i corpi pesanti tendono a cadere verso il basso, che le sostanze leggere tendono a spostarsi verso l’alto, che il bene e il male incontrandosi tendono ad ammorbidirsi, che il bianco e il nero mescolandosi dànno il grigio, che maschio e femmina tendono a riprodursi, che ad una crescita corrisponde una decrescita, che dal sovrapporsi di due eventi o situazioni nasce un terzo evento o situazione. Il caso vuole che l’uno vinca la lotteria e l’altro riceva una tegola in testa. Per qualcuno è mera casualità, per altri è la risultanza di eventi storici o scientifici, per altri ancora è la mano di Dio. Sembrano interpretazioni inconciliabili invece sono in qualche misura compatibili. Si può dare nome Dio al caso, si può dare nome Dio alla prima creazione, si può dare nome Dio al Programma Universale delle trasformazioni apparentemente solo tecniche. I creazionisti credono che Dio ha creato l’uomo. Quale uomo? Quello primitivo? O l’ominide? O il suo progenitore primate? O altro suo antenato? Gli anticreazionisti sostengono che l’evoluzionismo smentisce il creazionismo, invece le due posizioni sono compatibili se solo si pensa che l’eventuale Creazione poteva anche prevedere e disciplinare la successiva evoluzione. Le accidentalità che hanno alimentato l’evoluzione sarebbero potute essere a loro volta previste e programmate.
La Scienza ha dilatato i confini dell’universo ma non li ha chiusi.
Ha soddisfatto molti antichi interrogativi ma ne ha proposti di nuovi.
La vera inconciliabilità delle due posizioni di Scienza e Fede sta nella natura della Scienza che si impone il limite della verificabilità mentre la posizione fideistica travalica ogni dimostrabilità e si apre a congetture senza limite.
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