SIMBOLOGIE
Molti oggetti di natura o situazioni o manufatti umani anche se inanimati, quindi per definizione privi di anima, posseggono una vitalità o spirito o contenuto astratto o capacità comunicativa che chiamiamo significati reconditi o simbologie.
Una scala per arrampicarsi su un albero trasmette il senso dell’ascesa. Un freddo muro di pietra contro terra suggerisce l’idea della forza di contrapposizione. Un filo metallico teso tra due estremi comunica la sua reazione alla trazione. Un sasso od un fiume od una nuvola rimandano rispettivamente al loro spirito di pesantezza stabile o instabile oppure di scorrimento e di rinnovo oppure di ariosità e sospensione.
Gli edifici architettonici, come il corpo umano e altre forme complesse, moltiplicano le simbologie per il loro insieme e per le singole componenti.
In molte culture avevano proprie connotazioni allegoriche le virtù, i mali e i comportamenti umani, anche se non proprio simboli ma personificazioni dell’astratto.
Animali e piante erano consacrati alle divinità e spesso venivano usati per simboleggiarli.
Tra quelli maggiormente ricorrenti si riportano qui di seguito i simboli richiamati dal progetto del MAUSOLEO VIRTUALE - PARADISO VIRTUALE - ISOLA DELL’ETERNITÀ - ISOLA DELL’IMMORTALITÀ.
ALBERI
In quanto rappresentazione della vita che continuamente si rinnova, l’albero è simbolo massimo di immortalità. Cresce, si rigenera, assorbe le esasperazioni del clima, si spoglia e rinverdisce, produce frutti, si sviluppa in altezza, accresce la chioma protettiva; è esempio di saggezza e stabilità. Apparentemente immobile suggerisce l’idea dell’eternità. La sua verticalità lo riconduce a simbolo assiale di collegamento tra le viscere della terra, da cui trae alimento, ed il suo esterno di vegetazione aria e luce fino al cielo verso cui s’innalza. Sono familiari i ricorsi alle allegorie dell’Albero del Bene e dell’Albero del Male, l’Albero della Vita e l’Albero della Morte, l’Albero della Conoscenza e l’Albero della Scienza.
L’albero esprime il suo significato di completezza della vita attraverso la bisessualità anche soltanto nelle sue denominazioni: in latino i suoi nomi sono femminili con terminazioni maschili, in italiano gli alberi hanno nome maschile mentre molti loro frutti hanno nome femminile.
La chioma sul tronco rinvia al simbolo della colonna o della cariatide, con l’ampio capitello che sembra dover reggere il cielo.
Gli uccelli ospitati dai suoi rami sono l’espressione della compenetrazione del celeste nel terrestre. Il vento catturato dal suo fogliame si traduce in canti celestiali o brusii o tempeste cosmiche.
L’albero isolato sottolinea la singola personalità precipua. Le distese alberate geometriche o disordinate aggiungono valori di coralità via via ospitali od inospitali, di tolleranza o di rigore, di luce o di tenebra, ma sempre di sospensione nel fermo del tempo.
ANIMALI
Gli uomini adorano se stessi, i propri simili, i propri simulacri e le proprie proiezioni divine e in subordine la natura in tutte le sue manifestazioni. Oltre ai simili umani la natura offre loro i simili animali.
La frequente adorazione degli animali da parte dei popoli antichi è riprova della profonda simbologia degli animali.
La vastità dei loro simboli va oltre la varietà animale, moltiplicandosi con gli abbinamenti più ricorrenti (leone-toro, drago-serpente, aquila-civetta, ecc.) con il loro stato brado o domato e con la loro posizione luogo e atteggiamento. Cambia la simbologia animale in rapporto al grado di evoluzione, dall’insetto al pesce all’anfibio al rettile al mammifero. Le lotte tra due o più di questi si legano al predominio del Bene sul Male o della Luce sulle Tenebre o della Ragione sull’Istinto o dell’Amore sulla Malvagità.
Gli animali acquatici si riconducono all’elemento Acqua, i rettili riconducono all’elemento Terra, gli uccelli all’Aria e i mammiferi al Fuoco (per via del sangue caldo).
Altra catalogazione delle simbologie discende dalla distinzione tra gli uomini, esseri equivoci (volubili, mutevoli, contraddittori) e gli animali, esseri univoci (costantemente miti o aggressivi).
Tra gli animali si distinguono i reali cui si assegnano simbologie in linea col loro carattere e i fantastici (chimere, sfingi, sirene, minotauri, liocorni, arpie, draghi, ecc.) che sommano i simboli propri delle singole creature che li compongono.
Prevalgono i valori dell’equità, della pace, dell’armonia, nell’adozione di animali di particolare bellezza o mitezza o equilibrio (la farfalla, l’aquila, il cavallo, il leone, il gallo, il pavone, la colomba). Regina ne è la farfalla simbolo dell’anima.
La presenza di animali in placidi branchi od in coppia evoca il senso della quiete, della felicità, del paradiso terrestre.
ARCHITETTURA
L’architettura è la creazione degli spazi e della loro attrezzatura per accogliere funzioni materiali o spirituali.
Precipue interpretazioni accompagnano le svariate tipologie dell’architettura, per ampiezza, per forma, per materiale, per colore, per giustapposizioni, sia dell’insieme sia dei loro particolari costitutivi.
Poiché l’architettura è la fusione di necessità pratiche (la statica, la protezione da intemperie, lo svolgimento di attività varie) e necessità psichiche (simbologie, rinvii culturali, meditazione) ed anche la coerenza tra interni ed esterni, le sue componenti si prestano alla lettura astratta di ciò che si vede e di ciò che non si vede ma si avverte come presente nella mente nell’aria e nello spirito.
Anche le funzioni statiche più elementari, come i sostegni strutturali, possono affidarsi a grandi masse di volumi pieni o ad una serie di pilastri o colonnine, sempre prediligendo l’armonia tra forma e contenuto, sia esso pratico o simbolico.
Nelle architetture fantastiche, potendosi sorvolare sulle necessità concrete della statica o dei costi, si esaltano i valori simbolici come il progettista idealizza per sé e per i suoi committenti.
Una massa costruttiva composta non da pietre o mattoni né metalli o vegetali, ma da luce e colori in movimento, sublima le attese del paradisiaco sostenuto da solo spirito. Un tamburo levitante sulla vegetazione, senza colonne né pilastri, antitesi della palafitta, sospende i suoi spazi nel cielo, si svincola dai legami terrestri, s’innalza verso l’infinito, appartiene al cielo: è degna dimora dell’anima.
La valle incantata che circonda la Ruota di Luce echeggia il Paradiso perduto e lo configura come ritrovato e permanente.
Il pulsare placido della vita, lo scorrere pacato della pioggia di perle (scheletro e vestito della Ruota di Luce) assegna alla struttura un calmo dinamismo in linea con il fluire della vita (eterna) avulsa dalla routine, nemica del fermo del tempo della stanca morte statica.
ARCOBALENO
È luce materializzata, congiunzione del cielo e della terra, ponte tra il materiale e lo spirituale. Connessione tra mondi ancor più tra quello sensibile e quello extrasensoriale.
Già per gli Ebrei era il segno dell’alleanza tra il Creatore e il suo popolo.
Come arco e come ponte significa il valico o passaggio tra due stati e desiderio di cambiamento, siano essi passaggi da un tipo all’altro di vita od oltre la vita stessa: la morte o l’eternità.
BARCA
È l’antico mezzo di trasporto che oltre a trasferire materialmente persone e cose da un luogo all’altro le sposta da un mondo all’altro, in senso lato da una nota e vecchia realtà ad un’altra sconosciuta e misteriosa del premio o della dannazione. È stato il caso di Caronte nell’Inferno o di Ulisse oltre le colonne della conoscenza o di Colombo alla scoperta del Nuovo Mondo.
Il trasbordo sull’acqua simboleggia la liberazione dal peso gravitazionale, quindi è un volo dalle incombenze quotidiane verso l’avvenire della conquista di nuovi spazi o di migliori gratificazioni.
L’incedere spedito o disturbato della barca ripete la levità o le ansie della coscienza. Lo scorrere lento sottolinea la presa di coscienza di ciò che si lascia alle spalle e la piena consapevolezza dei traguardi da conseguire.
CANALE
È una arteria di irrigazione che alimenta i campi, mostrando lo scorrere del tempo. Pareggia le rughe della terra. Simboleggia la fertilità. Il suo scorrere calmo e irreversibile sottolinea il fluire della vita ma anche l’abbandono e l’oblio.
CANOCCHIALE
Non figura nelle Simbologie tradizionali a causa della sua apparizione relativamente recente. Alla pari di altri strumenti che moltiplicano i poteri umani, dalla spada alla ruota, il canocchiale acuisce la vista avvicinando l’osservatore e l’osservato, così attuando una magia speciale. In altre applicazioni della tecnica si ottiene una magnificazione della forza o una riduzione dei tempi di attuazione. La lente di ingrandimento addirittura azzera i tempi, portando alla coincidenza il pensiero e l’azione. La lente di ingrandimento rafforza la vista ossia l’organo di senso più astratto e più prossimo alle capacità mentali dell’uomo. Per questo da sempre migliorare la vista dà la sensazione di migliorare l’intelletto e di conseguenza il dominio del mondo circostante.
Estendendo l’immagine inquadrata, la lente crea la sensazione di avvicinarsi al mondo ma senza farne parte corporalmente quindi creando l’impressione di essere presenti restando invisibili.
Ancorché rappresentare manifestazione di annullamento della propria personalità e del proprio passato, l’invisibilità proietta verso la conquista del prossimo e del futuro fino alla sua massima espressione data dall’immortalità.
In termini di attualità più moderna il canocchiale favorisce anche il guardonismo, fenomeno negativo di partecipazione passiva alle vicende altrui; al contempo la lente di ingrandimento consente di penetrare più a fondo taluni segreti della natura.
La lente deformante è pervasa da doppia valenza angelica e diabolica per le sue alterazioni dell’oggettività: abbellisce o abbruttisce, ingigantisce o rimpicciolisce, altera le proporzioni, deforma esalta obnubila, crea realtà al limite del virtuale.
La varietà delle deformazioni consente all’osservatore di prescegliere il grado di deformazione e soffermarsi su quelle maggiormente significative secondo la sua indole, divenendo in tal modo un’arma di rimodellazione della realtà secondo bisogno o capriccio.
La comunicazione artistica e psichica delle opere del passato si integrava con frequenti ed intensi contenuti simbolici. Alla stregua delle ultime innovazioni tecnologiche quali la radio il telefono la televisione ed Internet, anche la lente e il canocchiale se mai fossero stati presenti in antico avrebbero forse arricchito l’uomo di speciali forti simbologie ma certamente avrebbero anche ridotto la necessarietà di altre forme fantasiose e soggettive e creative.
CERCHIO
È per eccellenza il disco del Sole quindi della luce e della vita. La circolarità è il rinnovo quindi l’eterno. Si collega al numero dieci che è la completezza e la perfezione. In quanto figura senza spigoli è l’equilibrio della perfezione e dell’armonia finale.
COLONNA
La colonna è simbolo di verticalità, quindi di ambizione, di elevazione e ascesa al cielo. Assorbe i significati di albero, scala, asta, palo del sacrificio, albero della cuccagna. Può assumere valore fallico come nel menhir. Quando sono usate per sostenere un’architrave diventano stipiti o spalle di stabilità e il vuoto del varco diventa il transito verso la conquista o il sacrificio o l’eternità. Il materiale che le costituisce, la pietra il metallo il legno, rimanda alla solidità o all’astratto o alla caducità. Essa è anche il simbolo della colonna vertebrale ossia della struttura portante principale e centro di vita, di sostegno, di equilibrio e di armonia.
FIORI
Sono massima espressione della bellezza, della delicatezza e della caducità.
Se recisi accompagnano i rituali dell’effimero sia lieti, come matrimoni nascite festeggiamenti incoronazioni, sia tristi, come malattie funerali sepolture. Dipendentemente da forma e colore i fiori assumono significati allusivi di una grande gamma di stati naturali e di sentimenti umani.
I fiori vivi, nei prati, rappresentano la primavera quindi la rinascita, la luce, l’armonia, la mitezza.
GIADA
Antiche credenze la vogliono curatrice del mal di reni, organo preposto alla socialità. Cristallizzazione della luce della terra, da sempre usata per statuine decorative e idolatriche e rituali religiosi. Per la tradizione cinese possiede un’essenza di immortalità. La giada corrisponde al principio maschile e all’elemento asciutto, in tal senso è priva di rinnovamento della vita quindi espressione di stabilità o eternità.
GHIACCIO
L’acqua che allo stato liquido è vita, allo stato solido è pietrificazione o morte almeno apparente. Come antitesi del caldo eccessivo il freddo estremo, il ghiaccio, impedisce il rinnovamento e le trasformazioni del fuoco: uccide o congela la vita. L’acqua liquida è priva di forma e somigliante all’aria o ai cieli quindi all’anima, l’acqua solida (dotata di forma) rappresenta il corpo senz’anima.
GIARDINO
È tipicamente uno spazio ordinato e confortevole. Sintesi o selezione delle bellezze della natura. Espressione del pensiero e della coscienza, dell’ordine e dell’astratto, contrapposto al disordine al capriccio all’occasionale (la selva). Simbolo femminile dell’accoglienza, dell’intrattenimento e del congiungimento. In quanto somma dei suoi elementi costitutivi (la terra, i suoi nutrimenti, l’acqua, la luce, il giardiniere) diviene somma dei relativi simboli di vita, di rinnovamento, di cura e di affetti.
ISOLA
Contro la violenza e le minacce dell’oceano l’isola rappresenta oasi di pace, sintesi di benessere, di sicurezza, di coscienza e volontà. È anche luogo di solitudine, di isolamento, di silenzio e di morte. Per il suo distacco dal mondo è stata vista anche come luogo ideale di sepoltura.
OCEANO
La sconfinata distesa delle acque immediatamente rinvia al senso dell’immenso, un infinito però con ritorno dopo i viaggi di conquista verso l’ignoto.
Il mare conserva l’ambivalenza del Bene e del Male legata alla sua doppia natura di placidità o turbolenza, di rigenerazione o distruzione, dolcezza o salinità, trasparenza o torbidezza.
Può contenere nutrimenti o mostri. Può accarezzare la spiaggia o schiaffeggiarla o sommergerla, può solleticare le pareti rocciose o rovesciarle o divorarle. Culla della vita con le acque dolci, strumento di sterilità con le acque salate; piattaforma liscia e stabile e contemplativa quando sereno, evocatore di incubi del maligno risalente dagli abissi quando in tempesta.
Informe, mobile, grandioso, avvolgente, riserva di forze energetiche latenti, l’oceano è la madre e la coscienza collettiva.
OMBRA
Come antitesi della luce è l’opposto del Bene. Espressione ed occasione del Male. Rappresentazione del dubbio e del falso. Alter ego dell’anima o doppio del corpo. Immagine del maligno, l’ombra è anche la personificazione degli istinti.
PERLA
La natura del gioiello nascosto nell’ostrica ispira il significato della preziosità e della fortuna come premio agli eletti. Essa è l’anima umana o il cuore che si apre al cielo. È il centro mistico. Fusione dell’acqua e del fuoco, per i musulmani è concentrato di luce in una pallina che rappresenta la sintesi della virtù.
PIANTE
In qualsivoglia loro forma o manifestazione, le piante sono l’espressione della vita non solo terrena ma cosmica in quanto respirano gli aliti degli astri e del cielo a cui sono esposte. Il rinnovarsi annuale delle piante, il loro vivere tanto negli inferi (radici sotto terra) quanto nei cieli (esposte al sole, al vento, alla pioggia) ne fa le creature primordiali non ancora lanciate verso la levitazione della spiritualità, quella che consente agli animali di spostarsi sulla superficie o volarci sopra. La fissità delle piante come limite nei godimenti celesti, si accompagna ad altra condanna, quella del silenzio. La poesia dell’uomo traduce quel limite e quella condanna in due doni di pace visto che il moto e la parola, negli animali e soprattutto nell’uomo, sono occasione di arricchimento ma talvolta anche causa di conflitti. Tale loro natura fa delle piante esseri del creato di pura bellezza e mitezza.
Il mutismo e l’immobilità delle piante ha ancor più esaltato altre loro caratteristiche di aspetto, colore e profumo.
Le sensazioni ed i sentimenti evocati hanno fatto associare molte piante a precipue divinità cui erano consacrate: ne potevano costituire il simbolo o sostituire la rappresentazione.
La quercia e il faggio erano sacri a Giove. Il pino era sacro a Cibele, a Fauno e Bacco. L’ulivo fruttifero a Minerva. L’ulivo selvatico ad Apollo. Il platano ai Genii. La vite e l’edera a Bacco. Il mirto e la rosa a Venere. Il tasso e lo zafferano a Cerere. L’alloro e il giacinto ad Apollo. Il frassino e la gramigna a Marte. Il cipresso e il narciso a Plutone. Il papavero a Morfeo. Il ginepro alle Furie. Le canne al dio Pane. Il pioppo ad Ercole. Il dittamo a Lucinia.
Alcune piante erano diversamente apprezzate: l’aglio, sacro per gli Egizi, era empio per i Greci.
PIOGGIA
Con la condensazione del vapore, la pioggia costituisce il passaggio dallo stato gassoso a quello solido: è l’intermediario universale tra la sostanza senza forma (il gas) e la forma acquisita (il solido). In quanto materia caduta dal cielo è divina, compagna della luce, fonte di purificazione e di irrorazione per animali e piante, quindi sorgente di vita o discesa delle forze spirituali dal cielo alla terra.
PROFUMO
In quanto emanazioni allo stato gassoso, i profumi richiamano l’elemento aereo incorporeo impalpabile quindi astratto come la luce e come l’anima il pensiero il ricordo il sentimento.
L’odore dell’aria fredda e pura della montagna richiama il senso della solitudine e dell’ascetismo e dell’eroismo. I profumi oleosi intensi si legano alla passione. I singoli diversi profumi come i singoli colori rinviano alla distinta natura per analogia a forme e caratteri richiamati dal singolo fiore.
RECINTO
Gli spazi cintati sono la protezione di un privilegio o di una entità intoccabile. La recinzione racchiude una individualità, spesso spirituale. L’area protetta risulta esposta agli attacchi esterni visti come contaminazione.
ROTAZIONE
In quanto movimento esprime vitalità e continuità. Determinando circolarità richiama il rinnovamento temporale che rinvia all’eternità. Come nelle danze magiche tribali in cerchio, rafforza le energie e le difese individuali da attacchi esterni.
RUGIADA
È sacra perché pura, discende dal cielo come la pioggia e accompagna l’aurora del giorno cioè della vita. Irrora e illumina spiritualmente. Poiché introduce la luce e la rigenerazione, in molte tradizioni è vista come albero che canti.
RUOTA
Corpo cilindrico, quindi circolare, che gira su se stesso, rimanda al concetto del disco rotante e questi al Sole, identificandosi con la vita e il suo rinnovarsi. L’aspetto di una ruota, con la sua abilità a ruotare, presuppone un intorno statico o animato da moto irregolare; in tal modo la ruota anche da ferma conserva un principio simbolico di vitalità o di potenziale dinamismo.
Della ruota in rotazione ciò che appare all’osservatore esterno è destinato a scomparire e ciò che scompare è pronto a riapparire: come nei cicli del giorno, dell’anno e della vita. Se l’osservatore appartiene alla ruota, il mondo gli gira intorno modificandosi ed enunciando l’immortalità dell’osservatore.
SFERA
La sfera è l’immagine della totalità e della perfezione. È l’equilibrio perfetto e l’infinito, l’unicità, la compattezza e l’omogeneità. Coagulo di vita con gli intorni vuoti, ripete la ricchezza della vita concentrata in corpi celesti galleggianti nel vuoto cosmico.
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